Il soggiorno di Velázquez a Roma. Dall’Archivio di Stato di Roma i documenti in mostra a Madrid fino al 9 febbraio 2025

Il 5 dicembre si è inaugurata a Madrid la mostra Nel segno del genio. Velázquez e le sculture per l’Alcàzar nei documenti dell’Archivio di Stato di Roma.

L’esposizione è stata realizzata su iniziativa dell’Archivio di Stato di Roma nell’ambito del Piano di Valorizzazione del patrimonio italiano all’estero, in un’ottica di diffusione della conoscenza e di promozione dei legami culturali tra Spagna e Italia, in collaborazione con il Museo Nazionale del Prado, la Galleria delle Collezioni Reali e la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando.

Fino al 9 febbraio 2025 saranno visibili nelle tre sedi madrilene importanti testimonianze relative al viaggio a Roma di Diego Velázquez, che il pittore intraprese tra il 1649 e il 1651 con l’incarico, per conto della corona di Spagna, di scegliere ed acquistare opere d’arte da collocare nelle nuove sale dell’Alcázar reale di Madrid. Dalle scritture emerge il delicato compito che il maestro si assumeva nel corrispondere alle aspettative della casa reale spagnola, che contava sul gusto e la competenza del pittore impegnato ad acquisire copie di statue antiche, scelte tra i pezzi delle collezioni di nobili famiglie romane.

La documentazione in mostra è datata tra il 1649 e il 1650 e proviene dai protocolli del notaio Antonius Franciscus Maria Simius, che lavorava in uno dei quattro offici notarili del Tribunale del cardinal Vicario. Si tratta di obligationes, ovvero dei contratti (tra cui gli unici sottoscritti dal Velázquez in persona) con i maestri formatori e fonditori incaricati di realizzare le copie in gesso e bronzo delle sculture, secondo le indicazioni del pittore sivigliano e del suo procuratore, Juan de Cordoba Herrera.

I prestiti dell’Archivio di Stato di Roma sono particolarmente rilevanti per l’eccezionalità dei reperti archeologici a cui fanno riferimento.

Si tratta del:

contratto del 13 dicembre 1649, con la supervisione del fiduciario di Velázquez a Roma Juan de Córdoba Herrera, con Giovanni Pietro del Duca e Cesare Sebastiani per la realizzazione di copie in bronzo del Germanico di Villa Montalto, del Satiro Caetani e del Discoforo Vitelleschi, destinate ad adornare la Sala Ottagonale dell’Alcázar (in seguito il Salone del Trono e il Salone delle Colonne del Palazzo Reale di Madrid) (ASR, 30 Notai Capitolini, Ufficio 32, vol. 143, alla Galleria delle Collezioni Reali);

contratto del 7 gennaio 1650 tra Diego Velázquez e Matteo Bonuccelli, aiutante del Bernini, per la realizzazione di dodici leoni in bronzo, da impiegare come supporto a sei tavole di porfido per la Sala degli Specchi del medesimo palazzo (ASR, 30 Notai Capitolini, Ufficio 32, vol. 144, al Museo del Prado);

contratto del 26 aprile 1650 tra Diego Velázquez e Orazio Albrizio per la realizzazione di copie in gesso delle statue del Nilo, dell’Apollo e dell’Antinoo, appartenenti alla collezione papale ed esposte nel cortile del Belvedere in Vaticano (ASR, 30 Notai Capitolini, Ufficio 32, vol. 145, alla Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando).

La possibilità di ammirare le testimonianze scritte nel medesimo contesto per il quale le opere d’arte furono con scrupolosa attenzione commissionate, riveste di assoluto prestigio questa occasione di scambio culturale tra le due nazioni.

 

Consulta qui il sito del Museo del Prado