Le origini
Il passato della Sapienza comincia nel 1303. In questo anno, Bonifacio VIII con la bolla In suprema praeminentia dignitatis fonda lo Studium Urbis, l’Università di Roma. In città esistevano altri poli culturali, mancava però uno studio generale, come già esisteva in altre città della Penisola.
Così l’Università viene creata con precisi riferimenti e ha quindi un indirizzo prevalentemente giuridico, con cattedre di grammatica e medicina e forse anche teologia.
Viene collocata fuori dalle mura vaticane in Transtiberim (trastevere), ubicazione che, se non risolve i vincoli esistenti tra l’università e il clero, segna tuttavia l’inizio di un nuovo rapporto tra la città di Roma e gli studiosi che in essa giungevano da tutte le parti del mondo.
Lo Studium Urbis acquista man mano importanza e prestigio e dal 1363 riceve dalla città di Roma un contributo stabile. La sede di Trastevere non è più sufficiente; così nel 1431 papa Eugenio IV, per dare all’Università una struttura più articolata, affianca al Rettore quattro amministratori e provvede all’acquisto di alcuni edifici nel rione Sant’Eustachio, tra piazza Navona e il Pantheon. Qui in varie case, nei pressi della chiesa di S. Eustachio, vengono dislocate alcune scuole universitarie (le attuali facoltà) . In quell’area sorgerà duecento anni dopo l’edificio della Sapienza.
Così l’Università viene creata con precisi riferimenti e ha quindi un indirizzo prevalentemente giuridico, con cattedre di grammatica e medicina e forse anche teologia.
Viene collocata fuori dalle mura vaticane in Transtiberim (trastevere), ubicazione che, se non risolve i vincoli esistenti tra l’università e il clero, segna tuttavia l’inizio di un nuovo rapporto tra la città di Roma e gli studiosi che in essa giungevano da tutte le parti del mondo.
Lo Studium Urbis acquista man mano importanza e prestigio e dal 1363 riceve dalla città di Roma un contributo stabile. La sede di Trastevere non è più sufficiente; così nel 1431 papa Eugenio IV, per dare all’Università una struttura più articolata, affianca al Rettore quattro amministratori e provvede all’acquisto di alcuni edifici nel rione Sant’Eustachio, tra piazza Navona e il Pantheon. Qui in varie case, nei pressi della chiesa di S. Eustachio, vengono dislocate alcune scuole universitarie (le attuali facoltà) . In quell’area sorgerà duecento anni dopo l’edificio della Sapienza.
Antonio Tempesta, pianta di Roma -1593 zona Rione S.Eustachio
Nei primi anni del Cinquecento fu il figlio di Lorenzo De’ Medici, papa Leone X a dare un forte impulso all’Università romana, chiamando a Roma da tutta Europa studiosi famosi che conferirono prestigio alla università.
L’espansione nei secoli XVII e XVIII
Nel 1660 lo Studium Urbis si trasferisce nella nuova sede, il palazzo in Corso Rinascimento che prende il nome di Sapienza, nome che contraddistingue fin dal medioevo l’Università di Roma ed è posto anche sull’iscrizione posta sopra il portone principale: Initium Sapientiae timor Domini.
Presso questa sede prestigiosa, che oggi ospita l’Archivio di Stato, nel 1670 viene fondata da Alessandro VI Chigi la biblioteca Alessandrina. Messi papali sono inviati nei paesi del vicino Oriente per procurare testi, volumi, alfabeti e grammatiche. A metà del Settecento un nuovo impulso viene dato all’Università da Benedetto XIV che regolamenta i percorsi di studio e i concorsi a cattedra, introduce nuovi insegnamenti come fisica sperimentale, chimica e matematiche sublimi, porta da tre a cinque i corsi di laurea: materie sacre, giurisprudenza, medicina e chirurgia, arti e filosofia e lingue. Benedetto ritiene ragionevole anche stanziare adeguate risorse per attrezzature e gabinetti scientifici mostrando l’utilità di accompagnare le riforme con le risorse necessarie per portarle avanti.
Presso questa sede prestigiosa, che oggi ospita l’Archivio di Stato, nel 1670 viene fondata da Alessandro VI Chigi la biblioteca Alessandrina. Messi papali sono inviati nei paesi del vicino Oriente per procurare testi, volumi, alfabeti e grammatiche. A metà del Settecento un nuovo impulso viene dato all’Università da Benedetto XIV che regolamenta i percorsi di studio e i concorsi a cattedra, introduce nuovi insegnamenti come fisica sperimentale, chimica e matematiche sublimi, porta da tre a cinque i corsi di laurea: materie sacre, giurisprudenza, medicina e chirurgia, arti e filosofia e lingue. Benedetto ritiene ragionevole anche stanziare adeguate risorse per attrezzature e gabinetti scientifici mostrando l’utilità di accompagnare le riforme con le risorse necessarie per portarle avanti.